Il cineforum di ProssimaMente, IL DIVO di Paolo Sorrentino

L’associazione culturale ProssimaMente organizza il suo primo cineforum all’interno del progetto Piano Locale Giovani. Per cinque venerdì dal 3 maggio all 8 giugno, esclusa la serata del 24, l’associazione è felice di offrirvi una serie di interessanti film d’autore. Primo dei cinque film è una pellicola che ha fatto notizia: il divo! Vi aspettiamo come sempre con ingresso gratuito venerdì 3 maggio presso i locali dell’Auditorium P.Cossa ad Arpino alle ore 21:30.  

Trama:

Il film esce nel 2008, vince il premio per la critica a Cannes ed è molto apprezzato non solo in Italia ma anche all’estero. Il film narra una parte della vita di Giulio Andreotti, protagonista della storia politica italiana per decenni, in particolare del periodo che va tra il 1991 ed il 1993, a cavallo quindi tra la presentazione del VII Governo Andreotti e l’inizio del Maxi-processo per associazione mafiosa a Palermo. 

Andreotti, come tutti sanno, venne accusato di vari omicidi, o presunti tali, come quelli Dalla Chiesa o Pecorelli, nonché di essere in possesso di lettere scottanti di Moro. Durante le elezioni del Presidente della Repubblica, in seguito all’omicidio di Falcone e Lima (omicidio di avvertimento), Andreotti vide sfumare la sua candidatura a Capo dello Stato ed in seguito verrà coinvolto proprio nel Maxi Processo con l’imputazione di essere mandante di alcuni omicidi a stampo mafioso.
Il senatore rifiuta categoricamente qualsiasi ipotesi di una sua collusione con la mafia dichiarando infatti di non aver mai conosciuto Totò Riina (mentre invece nel film se ne immagina la scena). Nel Film Andreotti viene rappresentato come una persona ambigua a rappresentazione del potere e delle sue contraddizioni, riassunte nella celebre frase “perpetuare il male per garantire il bene” . Ne “IL DIVO” risalta molto l’ impenetrabilità del personaggio: nessuno riesce a comprenderlo fino in fondo, nemmeno sua moglie Livia che nonostante il loro rapporto non lo lascerà nemmeno durante lo scandalo. “L’ oblio della verità, nascondere la verità per il bene del Paese, ricorda il nome dei morti configurandoli nella verità e nella loro tendenza a farla esplodere ( il caro Aldo )”.
L’ ironia della sorte vuole che chiunque Lui abbia conosciuto sia morto, ed anche se egli stesso è stato dato per morto molte volte sappiamo che in realtà così non è.
Il senatore Andreotti, che possiede un archivio personale di 3 stanze, in un primo momento non accoglie bene il film affermando che questo è “ una mascalzonata ” ma non denuncerà il regista bensì, poco dopo, rimangerà le sue stesse parole dichiarando “ meglio giudicato che dimenticato.”  

(articolo a cura di Simona Rea)

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