Spegnere le prime dieci candeline รจ un traguardo che non lascia certo indifferenti. Cosรฌ, per il suo decimo anniversario il festival musicale Ponterock di Arpino ha deciso di regalarsi (e regalarci) uno spettacolo ricco di interessanti proposte, che ancora una volta non delude, ma anzi si conferma essere qualitativamente degno della fama che lo precede. Per questa edizione gli organizzatori del festival, in collaborazione con lโAssociazione Culturale ProssimaMente, hanno voluto fare il combo chiamando ad esibirsi sul palco ben quattro band, le quali si sono susseguite rapidamente lโuna allโaltra, lasciando poco spazio agli intermezzi nei vari cambi di scena E raggiungendo cosรฌ un totale di quasi cinque ore di musica no-stop.
Si ini zia puntuali con un gruppo che gioca in casa, iย Falasca, dalla formazione interamente costituita da ragazzi di Arpino che fino a un anno fa si facevano chiamareThe Part Timeย e si dilettavano in cover di pezzi dalla venatura punk-rock. Poi hanno deciso di lavorare su loro stessi, cambiando nome e abbracciando un progetto che li ha portati ad ottenere anche buoni risultati nei vari contest della zona. Sul palco presentano i loro brani inediti e tra un pezzo e lโaltro mostrano di saper intrattenere il pubblico, preparando bene lโatmosfera per ciรฒ che si prospetta nel proseguo della serata.
Dopo di loro, infatti, รจ la volta di un gruppo che invece รจ ben collaudato sul panorama musicale, iย Coffeeshower, originari di LโAquila nati nel 1999. Durante il live si dimostrano essere un concentrato di energia pura che si dipana in ruvide sferzate rock dal sapore hardcore miscelate allo spirito punk degli anni zero. Gran parte della scaletta vede protagonista lโultimo disco della band,ย Houses, uscito lo scorso novembre e prodotto da Daniele Brian Autore (leader deiย Vanilla Sky). Voce graffiante avvolta da riff spigolosi di chitarra e da una batteria che non smette di macinare rullate che si inseguono vorticosamente, anche quando i pezzi si allentano verso virate piรน melodiche. Questo sono iย Cofeeshower: una vera doccia di caffรจ bollente, senza troppi fronzoli, che impedisce di stare fermi e spinge tutti ad avvicinarsi verso il sottopalco per pogare. Il tripudio arriva con la cover rivisitata di โMy Head is Hanging Upsidedownโ dei Ramones.
A questo punto si entra nel vivo della serata ed ecco salire sul palco iย Gazebo Penguins, gruppo che si forma a Correggio nel 2004 con allโattivo una serie di EP e tre album:ย The Name Is Not The Named,ย Legnaย e lโultimo,ย Raudo, del 2013. Attraverso la loro musica strizzano lโocchio al punk-hardcore internazionale con testi principalmente scritti in italiano (fatta lโunica eccezione del primo album, che tuttavia raramente suonano live). La band in passato รจ stata talvolta bistrattata dalla critica musicale per la loro tendenza di essere sempre fedeli a se stessi con un sound che rischia di ripetersi in modo troppo uniforme. Ma si tratta di una questione di scelte e loro si rivelano essere consapevoli di questa loro identitร . Ce lo dimostrano presentando un inedito che sembra annunciare un album in uscita a breve, in cui risulta chiara che la stessa verve pulsante di quando hanno iniziato ancora non si affievolita. Nella scaletta non mancano, perรฒ, i loro pezzi piรน conosciuti, sempre urlati dal piรน profondo e pieni di groove martellanti, tra cuiย ร finito il caffรจ,ย Mio Nonno,Trasloco,ย Il tram delle 6ย eย Difetto, con il quale aprono il live. Il ritmo si distende un poโ conย Piuttosto bene, che per un momento anestetizza la platea con un incedere cadenzato e carico emotivamente. Ma la pausa dura poco e subito ci si avvia verso la fine con due pezzi carichi in cui emerge tutta la loro essenza,ย Senza di Teย eย Nevica.
Avremmo atteso volentieri un bis, ma iย Gazeboย lasciano il palco e al loro posto arrivano le sonoritร elettroniche deiย TOOT, band romana che invece continuerebbe a suonare ad oltranza, anche dopo il terzo bis che gli viene proposto. La loro musica รจ una vera e propria mistura che nasce dalla contaminazione di molti generi amalgamati insieme, spaziando dalla techno al funk, con tanto di rock, punk e qualche tiratina rap. Oltre ai brani della loro discografia, ci regalano qualche cover ben consolidata nel loro repertorio e spuntano cosรฌ melodie che richiamanoย Prodigy,ย Die Atwoordย eChemical Brothers.
Dopo un poโ anche i piรน timidi iniziano a ballare e allora si fa festa fino a tardi, tutti insieme, consapevoli che anche questโanno il festival รจ stato un vero successo. E lโanno prossimo che sorprese ci riserverร Ponterock? Beh, altro giro, altra corsa! A noi, non resta che aspettare!
Francesca Mastracci
(ย [email protected]ย )