Il PonteRock, undici edizioni di rock in ogni suo genere

Oramai è una prassi andare al Ponte Rock, un appuntamento fisso che ogni estate diventa fondamentale per godersi buona musica. A questa edizione però l’undicesima per l’esattezza, per una buona volta non sono arrivato da solo ma bensì accompagnato dai folli di Musìcrazy ed amici nel farci la tratta Cassino-Arpino assieme in direzione Ponte San Germano.

Ogni anno sembra che la strada sia sempre diversa, tra stradine di campagna, strade provinciali ed invece meno te lo aspetti ti trovi davanti quella curva che ti dice, ok siamo ad Arpino e quello è il ponte, siamo arrivati. Entriamo, il tempo di una birra che iniziano le presentazioni del festival, cosa a mio parere fondamentale siccome bisognerebbe sempre spiegare al pubblico dove si è, a cosa si sta partecipando e soprattutto cosa si ascolterà nel percorso della serata.

E così presentano la prima band che sale sul palco, con questi tre tipi che sembravano usciti da una di quelle bettole americane del Tennessee, però non hanno niente a che fare con gli americani, anzi sono italiani e si chiamano Keet&More e se capite il loro gioco di parole capirete che vi sto per descrivere una band country/bluegrass ed allo stesso tempo autoironica. Bastano poche canzoni per vedere il pubblico che inizia ad avvicinarsi sempre di più verso il palco, nel togliere quel famoso buco nero che si crea davanti ad ogni concerto e che ancora oggi non ne riesco a capirne il motivo. Un mini tributo ad una canzone di Gigi D’Agostino mi fa sorridere molto, sia perché suonata con un kazoo, sia perché da questo piccolo intermezzo inizia un’altra delle loro canzoni. Tutto organizzato? Non ve lo so dire, sembrava molto spontanea come cosa e le loro canzoni inedite, sono molto allegre e tra queste Moody Mama che per l’occasione si trasforma in Moody Mario uno dei componenti della band. Insomma tra una canzone e l’altra una battuta o un qualcosa di simpatico e la loro musica perfetta per degustarsi la propria birra con il sorriso stampato in viso. Suonano per più di una mezz’ora perché anche questo è il bello di questa manifestazione, dare il giusto spazio alle band emergenti. Cosa che è diventata alquanto rara, nel farci conoscere nuove realtà e con il giusto tempo. Passiamo invece agli artisti della Bomba Dischi.

Giorgio Poi entra da solo sul palco nel cantare ed eseguire con la chitarra la canzone Paracadute, li per lì per molti poteva sembrare un’esibizione da solista ed invece proprio come l’album in studio, sul palco entra il batterista e di seguito il bassista ad accompagnarlo. Di questi due componenti vorrei aprire una piccola parentesi siccome li vidi proprio qui ad Arpino e poi successivamente, con la band Boxerin Club ahimé non più all’attivo. Un trio eccelso con sonorità che escono al di fuori del solito cantautorato italiano e ricordiamo che Giorgio Poi, oltre ad essere ex frontman dei Vadoinmessino e Cairobi è comunque un diplomato in conservatorio. Difatti per il resto del concerto, mi giravo e vedevo la gente stregata da questo cantautorato impreziosito di sonorità, con alcuni che cantavano le sue canzoni ed addirittura altri che ballavano sotto le note di Tubature.  

Per concludere in bellezza questo PonteRock sul palco salgono ben cinque elementi, che suonano diciamo strumenti fuori dal comune: pistole giocattolo, segnali stradali, bidoni, ciotole, pezzi di ferro etc. perché la lista sarebbe troppo lunga, il loro nome è BAMBOO. Nemmeno trenta secondi dei loro tempi ritmati che tutti me compreso, iniziamo a ballare con la loro musica e sorridere nel vedere assoli di pistole giocattolo. Come ogni volta vedere dal vivo i BAMBOO sembra quasi surreale, invece per chi era lì presente con noi può confermare che la musica elettronica suonata con strumenti rurali e analogici è nettamente superiore di quella messa dentro una consolle.

In soldoni il PonteRock è diventata un’istituzione per il panorama locale, non per altro quest’anno compiono ben dieci anni di attività con la bellezza di undici edizioni. Tutto partito dal piccolo con band emergenti, facendo piccoli passi ogni anno, senza eccedere e fare il passo oltre la gamba, tutto organizzato dai ragazzi dell’associazione Prossimamente. Un equilibrio musicale costante e duraturo con i loro tre artisti di programma, ognuno con il suo diverso genere, ognuno con la capacità di colpire lo spettatore casuale e non. Regalandoci Quest’anno le esibizioni poco fa elencate di Keet&More, Giorgio Poi e BAMBOO.

Recensione a cura di Musìcrazy, che ringraziamo e vi invitiamo a seguire 

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